Le Storie Sociali possono essere scritte da tutti coloro che lavorano o vivono con le persone con Disturbo dello Spettro Autistico. Vengono scritte secondo specifici criteri, che descrivono in modo chiaro, conciso e preciso situazioni di vita reale, evidenziando le caratteristiche sociali rilevanti e comportamenti adeguati.
Il loro scopo è quello di aiutare le persone a sviluppare le abilità sociali e a comprendere meglio le situazioni e gli eventi sociali che incontrano nella loro vita, sostenendone in questo modo la capacità di essere soggetti attivi nelle routine e nelle attività quotidiane. Esplicitano le informazioni sociali implicite che, spesso per le persone con Disturbi dello Spettro Autistico, risultano molto difficili da estrapolare autonomamente dal contesto naturale. Prevedono la descrizione semplificata e chiara di concetti astratti e idee complesse, anche attraverso l’utilizzo di immagini e riferimenti visivi.
Contengono le informazioni su «chi», «che cosa», «dove», «quando», «cosa» e «perché» relativamente a determinate azioni in un preciso contesto sociale. Rispondono a queste domande esplicitando, così, ciò che noi impariamo fin da bambini in modo inconsapevole affrontando le situazioni sociali di tutti i giorni.
La storia sociale creata sarà il più simile possibile alla situazione reale e soprattutto rappresenta una situazione concreta realmente e frequentemente incontrata dalla persona cui è rivolta. Possono essere usate, perciò, per affrontare un numero infinito di tematiche. L’informazione e l’istruzione quindi, rivolte direttamente alla persona, sono da applicare in una situazione concreta.
Vengono costruite utilizzando un linguaggio positivo, con descrizioni di risposte e comportamenti positivi. Se si deve fare riferimento ad un comportamento negativo, lo si fa cautamente, e usando la terza persona invece della prima o seconda persona. (Ad esempio: “A volte le persone possono dire qualcosa che offende l’altra persona senza volerlo. Questo è uno sbaglio”).
Deve essere letta con un atteggiamento positivo, con un tono pacato e rassicurante.
Una volta che la storia è stata presentata e letta alla persona cui è rivolta, è spesso utile chiedere ad altri di leggere la storia insieme. Questo fa sì che si generalizzi la storia in altri ambienti e situazioni e che l’informazione venga condivisa anche con gli altri.
Di solito vengono presentate una alla volta (dando il tempo necessario per concentrarsi su un concetto o abilità per volta) e vengono, all’inizio, lette una volta al giorno, altre solo prima della situazione che descrivono.
Per essere utili, saranno costruite per persone per le quali abbiamo un’accurata valutazione che ci garantisca che sono in grado di leggere e capire, oppure di ascoltare e capire.
Ci sono delle indicazioni generali che vanno seguite nella loro costruzione.
Per questo si consigliano le letture dei testi:
C. Gray (2004), Il libro delle storie sociali, Edizioni Vannini
C. Smith (2006), Storie sociali per l’autismo, Edizioni Erickson
C. Gray (2016), Il nuovo libro delle Storie Sociali, Edizioni Erickson